Sommario dell’articolo

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I. L’INTELLIGENZA DEI DELFINI DOVREBBE PERMETTERGLI DI OTTENERE LO STATUTO DI PERSONE “NON UMANE”
1) I delfini hanno consapevolezza di sé stessi
2) I delfini utilizzano un linguaggio proprio, dello stesso livello degli esseri umani
3) I delfini hanno capacità di ragionamento e di creatività eccezionali
4) I delfini hanno vere culture “adattative”
5) I delfini vivono tra società complesse e organizzate
II. La cattività riduce in modo drastico la qualità e la speranza di vita dei delfini
1) Una privazione sensoriale: l’udito è il senso principale dei delfini
2) Una privazione sociale: I delfini in cattività sono esseri sradicati
3) Un tentativo di addomesticamento non dissimulato
4) Una privazione di allenamento
5) Condizioni di vita pericolose
III. I delfinari parteticipano al proseguimento dei massacri dei delfini in Giappone
1) Un segretto svelato dal film The Cove
2) Di’ “NO” ai delfinari!

Quello che devi sapere sui delfinari

La Dolphin Connection

La cattività dei cetacei solleva gravi problemi in termini di etica, di ricerca e di pedagogia.

Gli studi scientifici provano che queste specie non sono adattate alla vita in vasca e il fatto di costringerli costituisce un maltrattamento aggravato, anche se ci sono delfini che riescono a sopravvivere parecchi decenni in tali condizioni.

IL Tursiope (Tursiops  truncatus)è la specie più esibita in spettacoli attraverso l’Europa.E’ il soggetto delle nostre riflessioni. Tuttavia, le orche e i beluga presentano tassi di mortalità ben più elevati a causa della loro misura, dei loro bisogni etologici e delle loro culture specifiche. Certe specie pelagiche non sopportano essere in cattività.

Ecco le ragioni per le quale ci impegniamo a condannare la cattività dei delfini:

I. L’intelligenza dei delfini dovrebbe permetterli di ottenere lo statuto di persona “non-umana”

Numerosi studi scientifici indicano che i delfini hanno capacità intelletuali uguali se non superiori a quelle dell’essere umano. Ecco qualche esempio significativo di quest’intelligenza:

I delfini hanno consapevolezza di sé stessi

Questo è stato dimostrato con il famoso “test dello specchio”, aggiornato con il video, da cui emerge che ogni individuo si riconosce in quanto tale, scruta il proprio corpo con interesse, apre la bocca per vedere la propria lingua o denti, fa “boccacce” o piroette. Allo stesso modo, riconosce l’identità dei simili. In libertà, i delfini si divertono a guardare il proprio riflesso nei maschi dei tuffatori.

Sapete che il cervello dei delfini è più grosso di quello dell’essere umano? A Febbraio 2010, gli scienziati riuniti a San Diego in occasione del Congresso annuale dell’Associazione americana per l’Avanzamento della Scienza, sono arrivati alla conclusione che il delfino poteva essere più avanzato e più intelligente dell’essere umano. Si sono basati sullo sviluppo fenomenale del lobo frontale, dove si trova il pensiero cosciente e la cognizione associative.

I delfini utilizzano un linguaggio proprio, dello stesso livello degli esseri umani

Lo indicano gli studi condotti da Vladimir Markov, Wayne Batteau o Kathleen Dudzinski, e altri. Oggi, parecchi studi sono stati lasciati per svelare il mistero del linguaggio dei delfini e degli altri cetacei (più particolarmente quello dei beluga del Mar Bianco). Questo linguaggio si basa fondamentalmente sull’associazione di tintinnii e fischi modulati. È stato provato che questi linguaggi implicano nozioni astratte, e che sono diversi tra gruppi di delfini.

I delfini hanno capacità di ragionamento e di creatività eccezionali

Lo indicano diversi studi, più particolarmente quelle condotte a Kewalo Basin (Hawaii), dove tutti i delfini in cattività sono morti. Gli addestratori approfittano ogni giorno di queste facoltà di comprensione e di apprendimento ultra-rapido dei delfini: sono capaci di capire una grande varietà di segnali sonori o grafici e di gesti.

I delfini hanno vere culture “adattative”

Le techniche di caccia infinitamente varie e innovative che scopriamo in diversi gruppi di delfini lo testimoniano. Secondo le regioni, i Tursiops sviluppano diverse propre culture e techniche di caccia complesse e originali. Possono anche utilizzare strumenti.

A Shark Bay in Australia, ci sono delfini che utilizzano un pezzo di spugna naturale, l’infilano all’estremità del naso e così possono perquisire il fondo pieno di pesci spinosi senza essere feriti. Questo comportamente inedito si trasmette da madre a figlia.

Finalmente, sappiamo che i delfini gioccano tra loro, aiutano i più deboli del loro gruppo e praticano anche une forma d’arte: la scultura di bolle.

Guarda il video prima di leggere il resto dell’articolo!

I delfini vivono tra società complesse e organizzate

Le comunità di Tursiopi sono organizzate in tribù di un centinaio d’individui dei due sessi e di tutti età (da 0 a più di 60 anni im media), suddivisi in piccoli “clan” o famiglie da 5 a 15 individui.

La società dei delfini si organizza così: si va, si viene, si cambia di posto e di partner, si azzuffa anche tra maschi, ma senza ferirsi. Durante la bella stagione, tutti nuotano vicino le coste alle coste. Quando il tempo comincia ad essere tempestoso, i delfini si allontanano al largo.

Le femmine sono il centro della società dei delfini. Vivono a distanza dei maschi che si riuniscono dall’altra parte del territorio comune. Quest’ultimi vanno via spesso per incontrare femmine esogame.

Questi comportamenti indicano che i delfini hanno un’intelligenza paragonabile (se non superiore in termini di potenza di calcolo) a quella dell’essere umano

Ogni intelligenza dipende dal sistema sensoriale proprio ad una specie. L’universo mentale dei delfini è fondamentalmente diverso del nostro, poiché dipende dall’udito. Tuttavia, i delfini condividono certi valori con noi come la curiosità, la solidarietà, la cultura, il linguaggio, la creatività…

Mantenerli rinchiusi nell’unico scopo di fare piroette contro pezzi di pesce morto è assomiglia ad una forma di schiavitù alla quale La Dolphin Connection si oppone fermamente.

II. La cattività riduce in modo drastico la qualità e la speranza di vita dei delfini

La cattività dei delfini riduce drasticamente la loro aspettativa di vita

Contrariamente alla maggioranza delle specie che vivono più a lungo in cattività, i delfini in cattività vivono circa 20 anni di meno dei delfini in libertà. I delfini maschi in libertà possono vivere fino a 40 anni. Per quanto riguarda le femmine, possono vivere e fare figli fino a 60 anni. La propaganda dei delfinari afferma il contrario, che non sopravvivono oltre 25 anni… ma anche che la loro intelligenza si colloca tra quella del cane e quella del scimmia. Questo costituisce una delle numerose bugie riferita da questa industria del divertimento animale.

Una tale mortalità si spiega a causa dello stress generato dalla vita in cattività. Implica diversi fattori debilitanti, che possono colpire la resistanza immunologica o il psichismo dei cetacei. Per esempio:

Una privazione sensoriale: l’udito è il senso principale dei delfini

La comunicazione è effettuata tramite ecolocalizzazione (o biosonar) che permette ai delfini di “vedere con il suono”. Tuttavia, in una vasca di cemento, le onde sonore rimbalzano sui muri delle piscine, e cio’ assorda i delfini che utilizzano il biosonar. 

Peraltro, è necessario notare che TUTTE le vasche sono prive di oggetti per occupare i delfini.

Qui, si tratta di mantenere il delfino in superficie, e quindi di privarli di tutto divertimento sott’aqua, contrariamente al delfino libero che passa circa 80% del suo tempo immerso.

Una privazione sociale: I delfini in cattività sono esseri sradicati

Idelfini catturati per alimentare i delfinari sono esseri distolti alla loro famiglia per essere sistemati con altri delfini che provengono da altri gruppi. Si ritrovano in seno ad un contesto sociale totalmente destrutturato e artificiale, presentato come una “piccola famiglia” (Papà, Mamma e i bambini) mentre questo tipo di organizzazione familiare non corrisponde a quello che prevale in libertà, i maschi vivono a parte delle femmine.

I delfini cosi’ confinati non capiscono il linguaggio o la cultura degli altri delfini, cio’ che amplifica lo stress della vita in vasca.

La promiscuità, tipica dei prigioni, suscita atti di agressività incessanti. I maschi litigano fino ad ammazzarsi, e le femmine allagano i figli delle compagne. Niente di ciò che fonda le società dei delfini è rispettato nei delfinari.

Un tentativo di addomesticamento non dissimulato

Circa il 70% dei delfini in cattività in Europa sono nati nei delfinari, generalmente da un maschio catturato nel mare. Questi delfini, che non conoscono lo stile di vita dei delfini in libertà, sono creature snaturate: non hanno niente in comune con i delfini selvatici.

Delfinari, un tentativo non celato di addomesticamento

Il tasso di mortalità è molto elevato, soprattutto all’adolescenza, coiè tra 10 e 12 anni. Si deve ricordare che addomesticare un animale può prendere parecchi milleni: il cane, il cavallo, i bovidi, gli ovini, sono stati addomesticati prima del neolitico. Come l’elefante o il scimpanzé, il cetaceo rimane un “animale selvatico”, anche in cattività.

Una privazione di allenamento

Un delfino in libertà può nuotare circa 100 km al giorno, per cacciare, divertirsi e socializzare. Nelle vasche dei delfinari, i delfini sono condannati a girare in tondo. Per quanto riguarda le orche, questo tipo di comportamento coincide spesso con un rilassamento della pinna dorsale, un segno risaputo di esaurimento da questa specie.

Questo stress si traduce con un tasso di mortalità elevato dai delfini cattivi e più particolarmente dei più giovani. Sviluppano ulcere e altre infezioni causate da un’alimentazione artificialmente arricchita di vitamine, antidepressivi e antibiotici, ed all’assenza di acqua di mare autentica, cambiata dalle correnti e contenente una serie di oligoelementi assenti nell’acqua piena di cloro o purificata di ozono nella quale nuotano da quando sono nati.

Lo stress e la disperazione causati da aborti spontanei, dalla partenza inaspettato di un compagno di vasca verso un’altra struttura o dall’integrazione di un nuovo membro in seno ad un gruppo già formato, genera comportamenti di automutilazione (i delfini si gettano sui muri delle vasche) e comportamenti suicidi (la respirazione è un atto cosciente dai cetacei, possono decidere di cessare di respirare per uccidersi).

Condizioni di vita pericolose

Le vasche e le condizioni di vita dei delfinari non permettono di rispondere ai bisogni fisiologici e sociali dei delfini.

Il cloro nelle vasce è pericoloso per i delfini. Può essere all’origine di malattie della pelle e di problemi respiratori, i quali si ritrovano nelle nostre piscine dove il cloro puo’ causare gravi problemi di asma. L’ozono, utilizzato come cloro da alcuni delfinari, provoca altre patologie cutanee. I sistemi di trattamento delle acque reflue, cariche di escrementi, causano tassi di presenza di coliformi molto elevati nei delfinari, e ciò provoca diverse malattie.

Nella natura, quando i delfini litigano, c’è sempre la possibilità di fugire. In una vasca, è impossibile, quindi, i delfini possono essere feriti.

III. I delfinari parteticipano al proseguimento dei massacri dei delfini in Giappone

Massacro di delfini a Taiji - Copyright Oceanic Preservation Society

Il film “The Cove” ha messo in evidenza il legame tra l’industria della cattività dei delfini e i massacri che si svolgono ogni anno a Taiji in Giappone.

Una parte dei delfini è rivenduta ai delfinari del mondo mentre il resto sono uccisi per il consumo della carne. Un delfino vivo puo’ essere redditizio (fino a 150 000$). I delfini uccisi sono venduti circa 600$.

I delfini sono catturati in massa in altre posti del mondo, come le Isole Salomone o diversi paesi in crisi (Haiti, Cuba, Africa dell’ovest, ecc.) dove la normativa della CITES non è applicata perché i governi non vogliono rispettarla.

Dì “NO” ai delfinari!

Per tutte queste ragioni, La Dolphin Connection si oppone alla cattività dei delfini, perché pensiamo che costituisca un trattamento crudele e non-etico per une specie intelligente (secondo i scienziati) che dimostra carateristiche morali e culturali uguali se non superiori a quelle dell’essere umano. I cetacei sono costituiscono autentici “popoli originari” del mare e devono essere protetti a questo titolo e dotati di una personalità giuridica.

Cosi’, conforme alla Dichiarazione di Helsinki firmata a Maggio 2010 e adottata da scienziati, filosofi ed esperti di fama internazionale, La Dolphin Connection diffende il concetto di “Diritti della persona” per i delfini e i cetacei e più particolarmente, il diritto alla vita e il diritto alla libertà.